LA NOSTRA PASSIONE PER LE TORTE

Le feste di compleanno sono sempre divertenti.

Ogni anno facciamo del nostro meglio per far felice chi amiamo e farli sentire speciali anche attraverso la torta di compleanno. Diventa un successo quando la torta è personalizzata o è rappresentativa di un desiderio o di una passione. In queste torte c’è tanta passione anche nel realizzarle, vediamone alcuni esempi e se volete, proviamo a farle insieme, vi aiuterò con ricette e condivisione di esperienze e suggerimenti.

Buonissimo divertimento!

Gonnosfanadiga 20 06 2010


Mariana dice: The cake is just a small detail but it makes a big difference La torta è solo un piccolo dettaglio, ma fa una grande differenza!


20 aprile 2024

PARDULAS/ PADRUAS DE ARRESCOTTU

 



Una sapiente combinazione di pregiati ingredienti locali sono l’essenza di molte squisitezze che mantengono in vita i sapori semplici di un tempo. In Sardegna la tradizione per i dolci è vivida e da sempre da origine a meraviglie di gusto e gioielli di maestria si esprime anche attraverso questi dolci da vassoio.


La consapevolezza e la fedeltà verso le ricette tramandate da generazioni, permette alla gente sarda di godere anche ai giorni nostri di una miriade di dolci eseguiti ancora con pochi e semplici ingredienti. Uno di questi è appunto la pardula o casadina, che presente in tutto il territorio, differisce solo per l’uso del formaggio in sostituzione alla ricotta. Geograficamente, le pardule o pardulas/padruas con arrescottu, sono distribuite nelle zone quali il Sulcis, il Campidano di Cagliari e di Oristano, l'Ogliastra, le formagelle e ricottelle a Sassari o casadinas nel Nuorese dove si utilizza su casu, formaggio fresco di pecora al posto della ricotta.

Le pardulas da sempre arricchiscono di dolcezza la tavola delle feste, considerati dolci da vassoio, scandiscono il tempo festivo e il tempo ordinario; sono nate come dolci della Pasqua “Sa Pasca Manna”, preparati durante la settimana santa. Oggi le ritroviamo come dolci consumati durante tutto l’anno, almeno fino alla tarda primavera periodo in cui si può trovare la ricotta di pecora, e sono apprezzate e ben riconosciute anche fuori Sardegna.


In letteratura perfino Antonio Gramsci, in una delle sue lettere alla madre dal carcere, (la 19 del 26 febbraio 1927), le annoverava nel descrivere il pranzo immaginario dei suoi sogni: “Sono sicuro che ci vedremo ancora tutti assieme, figli, nipoti e forse, chissà, pronipoti, e faremo un grandissimo pranzo con culurzones e pardulas“.

L’ involucro di “pasta violada” è un impasto neutro che racchiude il ripieno di crema di ricotta di pecora aromatizzata con il limone e lo zafferano e talvolta con dell’uvetta.
Ha la forma di un piccolo sole giallo, o come nel nostro caso, di un fiore o meglio di una rosa.


La ricetta che mi appresto a descrivere è quella che ho sempre conosciuto in casa, quando, giunta la settimana santa, mia mamma le preparava per noi bambine. Con gioia, cucinava le pardule, questi deliziosi dolcetti di ricotta racchiusi in una croccante sfoglia a base di semola, seguendo la stessa ricetta che negli anni 40 e 50 del secolo scorso usava mia nonna. Il preparare e cucinare questi dolci era festa  per noi figlie, era un piacere stare insieme e condividere l'esperienza, era la festa di Pasqua che si anticipava e si viveva come momento magico. Il primo assaggio delle pardule preparate amorevolvemente in famiglia, veniva fatto il giorno di Pasqua a colazione: "su murzu de Pasca". Dopo il digiuno della quaresima
Is “padruas de arrescottu “ sono tipiche del Campidanese (vengono anche chiamate pardulas campidanesi) e non so se la forma a chiocciola sia una prerogativa del nostro paese, perché non si rinviene in altre zone.


Ricetta “padruas de arrescottu “

ingredienti della tradizione

per la crema di ricotta

1 kg. Ricotta
160 gr zucchero
200 gr farina
2 limoni e 2 arance grattugiati
2 uova e 1 tuorlo
1 bustina scarsa di lievito per dolci
1 bustina di vanillina
Sale
1 bustina di zafferano facoltativo (io non lo uso)

Per la sfoglia

550 gr semola rimacinata e 350 gr farina 00 (900 gr in totale)
90 gr strutto (o burro)
350 ml acqua o quanta ne occorre per un impasto liscio ma sodo
Sale

Per la decorazione

miele tiepido 
diavolini di zucchero colorati

Procedimento
La prima cosa, quando si preparano le pardulas, è far sgocciolare la ricotta mettendola in uno scolapasta e in frigo, così da favorire la fuoriuscita del siero. Potete eseguire questa operazione già la sera prima di preparare i dolci.

preparare l’impasto per la sfoglia

Disponete sulla spianatoia la semola rimacinata di grano duro e la farina 00, unitevi lo strutto e il sale e iniziate a lavorare, aggiungendo poca acqua per volta. Continuate ad impastare pazientemente per ottenere un impasto liscio ma sodo, copritelo con pellicola e riponetelo per un’ora almeno in frigo.


preparare la crema alla ricotta per il ripieno

In una ciotola unite la ricotta, (che sarà ben asciutta) allo zucchero, lavoratela con una frusta per renderla liscia e morbida. Amalgamate le uova, la farina setacciata, le scorze grattugiate di un’arancia e di un limone, (lo zafferano se volete). Per ultimo unitevi il lievito e la vanillina. Consiglio di assaggiarla per aggiustarla anche relativamente allo zucchero, ma tenete presente che riceverà il dolce anche dal miele.


Preparare la sfoglia

Stendere la sfoglia con la macchinetta sfogliatrice. La sfoglia dovrà avere il giusto spessore: non troppo sottile, deve sostenere il peso del ripieno, ma neanche troppo grossa ad evitare che il suo sapore prevalga sul resto del dolce. 
Io arrivo fino all’ultimo livello di spessore passando dal primo direttamente.

Con l'aiuto di una rotella dentellata, ritagliate da ogni sfoglia 2 strisce lunghe all'incirca 30cm e larghe 6cm circa e con la sac à poche, mettete del ripieno di ricotta. Rialzate i bordi e formate una spirale/chiocciola arrotolandola su se stessa, cercate di "chiudere" bene la parte finale, aiutandovi con le dita inumidite d'acqua se la sfoglia risultasse troppo asciutta.


Posatele su una teglia o placca, rivestita di carta forno (io aggiungo dei fogli di carta delle buste del pane per creare uno spessore affinché non si brucino sotto) a una certa distanza l’una dall’altra.

Cuocete le pardulas in forno già caldo a 180°. Poi abbasserete la fiamma fino a 160° (ma dipende dal forno) per circa 30/40 minuti fino a quando saranno dorate. Le pardule dovranno "abbronzarsi" e la sfoglia diventare leggermente croccante e friabile


Decorare con dei diavolini di zucchero colorati e miele. Da noi si usa servire le pardule aggiungendo del buon miele locale, intiepidito per scioglierlo un pochino, poi lasciato cadere tutt’attorno alla ricotta.


Da leccarsi le dita e buona Pasqua a tutti.





4 febbraio 2024

CANNOLI SICILIANI

                 IL DOLCE "SUBLIME"

             scorcia do cannolu ca ricotta




La scorza del cannolo è croccante, leggera e friabile; l’interno è una chantilly di ricotta, bianca e dolce che è una carezza per il palato, ricca di canditi e gocce di cioccolato; la porzione di ripieno che spunta dalla scorza è decorata con granella di pistacchi, gocce di cioccolato e scorze d’arancia candite e per finire una nuvola di zucchero a velo a incoronare il cannolo “sublime”.

Questa è la mia personale definizione di un dolce che ho imparato ad amare alla follia, da pochissimo tempo. Ma intendo recuperare tutto il tempo perduto. Mi capitava di rado di mangiare cannoli siciliani, “da noi solo in qualche pasticceria li fanno”. Non sapendo esattamente cosa fossero li snobbavo e assaggiandoli non mi piacevano forse perché troppo dolci o non so. Un bel giorno ho visto su youtube un video in cui raccontavano la ricetta dei cannoli: è stata per me una folgorazione, una presa di coscienza. Ho sentito subito il bisogno di conoscere, di studiare e di apprendere, ho fatto il giro del web alla ricerca di video che spiegassero la ricetta e la sua storia (amo la storia che c’è dietro a ogni ricetta, non sono mai invenzioni casuali o banali) e per fortuna ne ho trovato tantissimi. Devo ammettere che i siciliani e le siciliane sono persone eccezionali, mi hanno spiegato bene come fare le cialde, come fare la crema di ricotta e come fare i canditi dalle scorze di arance, sono di grande generosità intellettuale e faccio loro tanto di cappello. Ben presto la ricetta mi è entrata in testa (se conosco la ricetta e i suoi passaggi mentalmente, riesco a riprodurla) e l’ho provata. Il risultato estetico lo vedete nelle foto ma il sapore e la beatitudine che si prova a mangiarli quelli non si vedono, dovete credermi sulla parola.

Adoro le specialità della tradizione: sono sempre le migliori che giustamente vincono e travalicano i confini del tempo e dello spazio. Ho un occhio di riguardo alle tradizioni della mia amata regione Sardegna ma ho occhi anche per vedere dove sta il “buono” delle altre regioni della nostra grande Italia. Della Sicilia ho già avuto modo di apprezzare la cassata siciliana, bontà sopraffina di grande classe e di aspetto regale. Ora è venuto il tempo del cannolo. Non amo viaggiare, son fatta così, anche se un viaggetto in Sicilia per mangiare i loro cannoli e le loro grandi specialità non nego che me lo farei. Ma perché rinunciare a mangiare qualcosa di speciale e prelibato solo perché non viaggio? Invito tutte le amiche della Sardegna a voler fare come me: osate e fatevi i cannoli, non sapete cosa vi perdete. Con questa ricetta riuscirete a fare dei cannoli incredibilmente buoni, stupirete tutti e senza troppe difficoltà, basta seguire i consigli che vi darò. Del resto anche in Sardegna non si rinnega il fritto, la ricotta buona di pecora non ci manca, le arance per fare le scorze candite le abbiamo, lo strutto è sempre stato usato nella cucina e nella pasticceria sarda, la intraprendenza della donna sarda è altrettanto nota, i canneti lungo i corsi d’acqua sono rigogliosi, pertanto noi in Sardegna possiamo fare i cannoli come in Sicilia.



Ora qualche curiosità tra storia e leggenda

In Sicilia una leggenda attribuisce la nascita dei cannoli a Caltanissetta, “Kalt El Nissa” che in arabo significa “Castello delle donne”, nel periodo, dal 827 al 1091. In quel periodo di dominazione Araba, la città di Caltanissetta fu sede di numerosi harem di emiri saraceni. Le favorite dell’emiro, per passare il tempo, si dedicavano alla preparazione di raffinate e ricercate pietanze, in particolare di dolci e una delle loro creazione fu appunto il cannolo, con il quale omaggiarono il sultano, richiamo velato evidentemente alle sue “doti”.

Alcuni storici sostengono che ad inventare il cannolo siano state le monache di clausura, modificando e rielaborando l’antica ricetta, in un convento sempre nei pressi di Caltanissetta. Si racconta che in occasione del Carnevale le monache crearono un dolce formato da un involucro (“scorcia”) riempito da una crema di ricotta e zucchero ed arricchito con pezzetti di cioccolato e granella di mandorle (cucuzzata).

Alla fine della dominazione araba in Sicilia, una o più donne dell’harem, ormai libere, probabilmente si convertirono al Cristianesimo ed entrarono in convento. Qui potrebbero avere riprodotto alcune delle ricette trasmettendole in seguito alle consorelle dando forma e gusto al sublime dolce che ancora oggi conosciamo come cannolo siciliano. E ciò spiegherebbe l’esistenza di un legame tra le due leggende. Così descrive nel suo “Siciliani a tavola”, il duca Alberto Denti di PIrajno: “Il cannolo non è un dolce cristiano, ché la varietà dei sapori e la fastosità della composizione tradiscono una indubbia origine mussulmana”.

Mi piace citare anche questa poesia di un Anonimo siciliano che celebra così il dolce cannolo:

“Beddi cannola di Carnalivari
Megghiu vuccuni a lu munnu ‘un ci nn’è:
Su biniditti spisi li dinari;
Ognu cannolu è scettru d’ogni Re.
Arrivinu li donni a disistari;
Lu cannolu è la virga di Mosè:
Cui nun ni mangia si fazza ammazzari,
Cu li disprezza è un gran curnutu affè

*****
                            


La mia ricetta è frutto di studio e ricerca nei canali dell'web e son riuscita a renderla misurata ai miei gusti. Nonostante tutto è rispettosa e fedele delle vecchie ricette tramandate nel tempo. Inoltre, con la collaborazione imprescindibile di Sandry, l’abbiamo sperimentata a sufficienza facendola e rifacendola non so più quante volte e offrendo i cannoli a tante persone che apprezzano ed elogiano con onesta sincerità. Nostro nipote ci ha assegnato "5 stelle Michelin", che soddisfazione! per lui sono di una qualità eccellente. Allora cosa aspettate, prendete gli ingredienti e provate, l'esecuzione è più semplice di quel che immaginate e il risultato sarà una piacevole sorpresa:

INGREDIENTI per circa 42 scorze, cialde, bucce, scorcie.
(per 20/22 cialde dimezzate la quantità di tutti gli ingredienti)

500 gr di farina 00
60 gr di strutto
40 gr di zucchero
1 uovo grande o 2 piccoli
50 ml di marsala
30 ml di aceto di vino bianco
50 ml di vino bianco o quanto basta per un impasto liscio ma sodo
1 pizzico sale
1,5 cucchiaino di cannella
1,5 cucchiaino di cacao amaro
Olio per friggere, io ho usato quello d’oliva della nostra raccolta.


Preparazione delle cialde dei cannoli

Per preparare le cialde dei Cannoli Siciliani disponete la farina a fontana sul piano di lavoro, aggiungete l’uovo, il marsala, lo zucchero, il vino e l’aceto, lo strutto, il sale e la cannella il cacao ed iniziate ad impastare fino ad amalgamare completamente tutti gli ingredienti. E’ un impasto che prende pochi liquidi, deve rimanere consistente e non ha bisogno di aggiunte di farina nel piano di lavoro. Quando è bello liscio mettete in frigorifero a riposare per un paio di ore avvolto nella pellicola. (nel frattempo si può preparare la crema di ricotta).
Passate le due ore riprendete la pasta
Stendere la pasta sottile usando la macchina sfogliatrice per tirare la pasta, lo spessore finale dovrà essere di circa 1,5-2 mm, per evitare che, se troppo sottili, i gusci si rompano. Io sono arrivata sino al penultimo spessore della sfogliatrice, piegare la sfoglia di pasta in tre (fare le pieghe) passandola nella macchina tante volte. Questo permetterà la formazione delle bolle in cottura che è segno di buona qualità.
Ricavare tanti dischi di 12/15 cm di diametro o quadrati 10/12x10/12 cm o usare l’apposito taglia pasta per cannoli. In attesa di trovare il taglia cannoli romboidale, abbiamo usato un semplice tagliabiscotti quadrato, rifinito col coltello.
         

                                       

Poggiare sui dischi i cilindri in acciaio o le canne di fiume come si usava un tempo e come faccio io ancora oggi. Per chiuderli nella canna stringerli solo nel mezzo sigillandoli con dell’uovo sbattuto. Lasciare la sfoglia un po’ larga affinché cuociano anche all’interno e se si formano le bolle interne non facciano aprire i cannoli. Friggetene solo un paio alla volta in abbondante olio finché le scorze non saranno diventate dorate e presenteranno in superficie delle bolle: Signorina Clara in Sicilia dice che devono venire con le popule, in Sardegna le chiamiamo “bubulle”. L’olio non dovrà essere eccessivamente bollente 170/180°, altrimenti tenderanno ad aprirsi o rompersi , ma neanche poco caldo perchè non verranno croccanti. Una volta scolate le scorze, sfilarle dalle canne e farle asciugare e raffreddare su carta assorbente.



             

INGREDIENTI per la crema di ricotta con gocce di cioccolato

500 gr di ricotta di pecora
120 gr. di zucchero semolato
60 gr di gocce di cioccolato
2 cucchiai di acqua di fior d’arancio


Ingredienti per la crema di ricotta con i canditi

500 gr di ricotta di pecora
110 gr. di zucchero semolato
60 gr di frutta candita o scorzette d’arancia candite
2 cucchiai di acqua di fior d’arancio


Preparazione della crema di ricotta/chantilly di ricotta.

La ricotta dovrà essere asciutta, farle perdere tutto il siero mettendola in frigo per una notte all’interno di un colapasta.
Setacciare la ricotta facendola passare attraverso un colino e lavoratela a lungo con lo zucchero semolato per ottenere una crema liscia e quasi spumosa. Non è consigliabile usare lo zucchero a velo perchè sciogliendosi facilmente e velocemente tende a rendere la crema poco sostenuta.
Aggiungete l’acqua di fiori d’arancio, le gocce di cioccolato e/o i canditi. Mettete a riposare in frigorifero.


Farcitura e decorazione dei cannoli

INGREDIENTI per decorare, a seconda dei vostri gusti si possono usare:

Granella di pistacchi
Scorzette d’arancia candite (candite da me)
Gocce di cioccolato
Granella di nocciole tostate
Ciliegie candite
Zucchero a velo

Farciteli poco prima di mangiarli affinché le cialde rimangano friabili e croccanti
Aiutandovi con una sac a poche, riempite le cialde con la crema di ricotta.
Io ho dovuto fare due creme, una con le gocce di cioccolato e una con i canditi per poter accontentare tutti. I cannoli con le gocce di cioccolato li ho decorati con granella di pistacchi e ancora gocce di cioccolato. Quelli con la frutta candita li ho decorati con granella di pistacchi e filetti di arancia candita che ho fatto io stessa.
Alla fine spolverizzare i cannoli con lo zucchero a velo, aiutandovi con un colino.

E ora la parte più piacevole: si mangia!



Riepilogo dei consigli
  • Per fare le cialde si usano i cilindri in metallo che vendono dappertutto o le canne di fiume. Secondo la tradizione il nome cannolo, deriva dalla canna da fiume che veniva usata durante la loro preparazione, la cialda veniva arrotolata intorno alle canne da fiume che meglio di qualunque altro materiale resistevano alle alte temperature durante la frittura. Queste vengono raccolte nel mese di febbraio, con la luna calante e scegliendo quelle più centrali del canneto. Mio marito me le ha portate e tagliate lunghe circa 13 cm con diametro di circa 2,30/2,50 cm. Le ho fatte bollire per sterilizzarle e poi le ho usate come si faceva un tempo. Penso che usare gli strumenti naturali della nostra tradizione sia più ecologico, ma vi assicuro che è anche molto più divertente.
  • Piegare la sfoglia di pasta su se stessa in tre (fare le pieghe) passandola nella macchina sfogliatrice tante volte. Questo permetterà la formazione delle bolle in cottura che è segno di buona qualità.
  • Quando si chiude la sfoglia attorno alla canna pressare per sigillarli solo nel centro mantenendo la sfoglia lenta, un po’ larga affinché cuociano anche all’interno, così se si formano le bolle interne non causino l’apertura del cannolo.
  • L’olio non dovrà essere eccessivamente bollente ma neanche poco caldo, altrimenti tenderanno ad aprirsi e a rompersi o a non venire croccanti.
  • La ricotta dovrà essere asciutta, farle perdere tutto il siero mettendola in frigo per una notte all’interno di un colapasta e possibilmente passarla attraverso un setaccio per renderla fine e vellutata.
  • il segreto principale per gustare un cannolo siciliano perfetto: riempire la cialda con la crema d ricotta un attimo prima di consumarli per mantenere la cialda croccante, creando un delizioso contrasto con l’avvolgente cremosità della ricotta.

le mie canne, colte nel mese di febbraio, con la luna calante e quelle più centrali del canneto 


















22 ottobre 2023

Centri e centrini ai ferri

 Una carrellata di centrini realizzati ai ferri durante questa estate. Ora vediamo i centrini e le loro misure, successivamente vi illustrerò uno per uno le loro qualità, le difficoltà che si incontrano nell'eseguirli e le varie caratteristiche. Potete vederli e chiedermi precisazioni e io sarò felice di parlarvene. Sono disposta ad insegnare a chi lo vorrà anche la tecnica, vi aspetto.

BOUQUET DI FIORI -5 per camera da letto

BOUQUET DI FIORI -5 per camera da letto

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BOUQUET DI FIORI -5 per camera da letto 

VALENTINE  -5 per camera da letto

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CHRISTEL

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GIAPPONE

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ANTICA BELLEZZA

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OVALE CON FOGLIE


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DALIA

DALIA

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DECKE METEOR

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PAPAVERO
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LE DAMINE - grandezza 79/80 cm